Quando è entrata ho scorto subito nei suoi occhi quella dolcezza remissiva mista alla forza prorompente di una madre che sta accettando un dolore imperituro, come l'acqua che scende da questi ghiacciai alteri.
Era un placido giorno di maggio di alcune settimane fa e il caldo tardava ad arrivare.
Ero nel negozio di mio padre quando la signora dagli occhi color cielo e un ragazzone biondo cresciuto a corn-flakes e hamburger sono entrati per fare degli acquisti.
Venivano da lontano, da un paese straniero e abbiamo cominciato a parlare nella loro lingua.
Ci hanno chiesto informazioni sulle nostre montagne, chiedevano dove trovare un luogo per arrampicare, non troppo pericoloso. Gli abbiamo indicato la val di Mello, regalato delle cartine, mostrato le indicazioni su google map poi lei mi ha fissato e diceva di avermi già visto, perchè ogni anno torna qui, nello stesso luogo.
Nella mia testa mi chiedevo quale appuntamento fisso li riportasse in questa parte d'Italia sconosciuta ai più.
Lei ha colto i miei pensieri, mi ha indicato con amore suo figlio e mi ha spiegato che erano due.
Due ragazzoni di cui andare fieri, poi l'incidente su queste montagne.
Un'avventura in solitario, una discesa veloce, azzardata per recuperare il buio che stava scalpitando, un passo sbagliato, una distrazione, chi lo sà.....
La caduta nella neve e il ritrovamento del corpo un mese dopo.
E ascoltando il racconto dell'incidente mi ha stupito l'aperture di questa famiglia verso il dolore. Non hanno incolpato un luogo, come testardamente succede quando non sappiamo più a chi dare la colpa dimenticandoci del destino, hanno cercato a fondo e hanno trovato ciò che di positivo poteva essere salvato.
Hanno detto di essere molto grati ai soccorsi che si sono protratti per lungo tempo, hanno apprezzato la vicinanza corale della gente locale.
Hanno glorificato quel vecchio sentiero e ne hanno fatto un luogo d'incontro speciale.
Una zona franca tra la vita e la morte dove riunirsi senza tempo tutti insieme.
E queste sono le mie montagne, quelle che come ti accolgono con stupore ti possono catapultare in un'altra esistenza senza chiedere il conto.
E anche questa è la vita due occhi celesti colmi di dolcezza che sono riusciti a guardare avanti.
Elo
Elo
link sonoro: signore delle cime
p.s. questa canzone l'ho da sempre nel cuore e mi commuove sempre perchè mi riporta a chi mi ha insegnato ad amare la montagna e la vita:
il mio poeta alpino....
Purtroppo non posso ascoltare adesso il tuo link ma ho letto con attenzione ciò che hai scritto. Grande dono quello di saper guardare avanti, senza accusare luoghi o persone dell'inevitabile. Inevitabile perché era il karma di quel ragazzo, che adesso forse è libero e felice fra le tue montagne. Mi piace pensarlo così. Un bacio, dolce Elo
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RispondiEliminaAmmiro queste persone, non è facile andare "avanti" in questi casi ma sembra che questa donna e suo figlio ci siano riusciti, hanno trovato un modo per ricordare e un luogo dove ritrovare colui che hanno amato . Senza recriminare , senza accusare ; ringraziando invece, seppure con il dolore nel cuore . Tutta la mia stima per questi cuori cosi' grandi che se pur colmi di dolore riescono a far ancora un po' di spazio a questa vita che deve comunque andare avanti.
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EliminaMio padre la cantava sempre quando andavamo in montagna con gli amici e si dormiva in rifugio, quando camminava con me i miei fratelli tra i sentieri, quando all'alba ci legavamo in concreata per una vita in ghiacciaio...la adoro, al di la del senso religioso.
RispondiEliminaLa montagna secondo me è viva e immensamente grande: ti ci puoi perdere o ritrovare, spesso entrambe le cose, fino a perdenti per sempre.
Come l'amore però, secondo me ne vale sempre la pena.
Quella madre ha capito che anche per suo figlio era così.
Ho perso tanti conoscenti e amici in montagna e non ho che trent'anni (ovviamente vivo in una regione alpina) : continuo ad amarla, anche se sempre più apprezzo la prudenza.
Scusa la prolissità ma mi hai toccato nel profondo.
Grazie per aver smosso riflessioni e ricordi.
Grazie
RispondiEliminaGrande tristezza dentro un guscio di serenità. Nelle canzone e nella signora con gli occhi color cielo...
RispondiEliminaBacio
Colonna sonora bellissima che accompagna parole piene di sentimenti..
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