Perchè sono le case dei ricordi,
dei sentimenti,
di racconti davanti al fuoco,
di bambini con la bocca piena e la pancia vuota,
di latte appena munto mangiato nel ciapel in fila sugli scalini,
di corse nel prato per fare pipì,
di rosari e scapaccioni,
di attese,
di pennini e quaderni smunti,
di fuliggine,
di piatti di polenta regalati ai viandanti,
di raccolti gelati e mattinate infreddolite,
di calzettoni pungenti e pedule bucate,
di speranze per l'anno nuovo,
di aspettative per il Natale,
case di donne vuote con figli al fronte e padri emigrati,
focolari spenti da tante nascite e tante morti.
Perchè sono le case dei ricordi.
E in queste case è cresciuta la gente di montagna.
Allora io le accarezzo con una foto e regalo loro un attimo di notorietà come ringraziamento per i servizi resi.
n.b. "Case di sassi" è anche il titolo di uno dei miei libri preferiti, scritto dalla piccola e grande Ines Busnarda Luzzi........ciao maestra......
La casa di campagna
Al Conzo, nel marcato belante
stava la casetta antica
stava la casetta antica
le mura di pietra
arrampicata sulla viva roccia.
L'interno era scuro le travi del tetto,
nere che sembravano di pece,
arrampicata sulla viva roccia.
L'interno era scuro le travi del tetto,
nere che sembravano di pece,
sul fuoco una quadara sempre a bollire.
La porta era fuori dai cardinil a toppa non serviva
l'entrata era sommersa da rovi secchi da bruciare.
l'entrata era sommersa da rovi secchi da bruciare.
La notte esprimeva forti odori lo sterco dei cavalli, il piscio
il pane caldo, il latte appena munto;
il profumo vero della terra!
Nel paese di mia madre v'è un campo quadrato, cinto di gelsi. Di là da quel campo altri campi quadrati, cinti di gelsi. Roggie scorrenti vi sono, fra alti argini, dritte, e non si sa dove vanno a finire. La terra s'allarga a misura del cielo, e non si sa dove vada a finire.Nel paese di mia madre v'han ponti di nebbia, che il vento solleva da placidi fiumi:varca il sogno quei ponti di nebbia, mentre le rive si stellan di lumi. Pioppi e betulle di tremula fronda accompagnan de l'acque il fluire:quando nè rami s'impigliano gli astri, in quella pace vorrei morire.Nel paese di mia madre un basso tugurio sonnecchia sul limite della risaia, e ronzano mosche lucenti, ghiotte, intorno a un ammasso di concio. Possanza di morte, possanza di vita, nell'odore del concio: ne godela terra dall'humus profondo, sotto la vampa d'agosto che immobile sta.Nel paese di mia madre, quando il tramonto s'insaguina obliquio sui prati,vien da presso, vien da lontano una canzone di lunga via:la disser gli alari alle cune, gli aratri alle marre, le biche all'aie fiorite di lucciole,vecchia canzone di gente lombarda: "La Violetta la vaaa la vaaaa... "
di Ada negri
sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l'aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei sargassi della memoria
e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticare fino alla fine.
A. Zagajewski
invece di costruire e poi tarscurare, PRESERVATE e RESTAURATE LE CASE DI UNA VOLTA...sono la nostra storia !!!!
Io vivo in una di loro!!!
Ciao, la penso esattamente come te, e ti capisco benissimo.
RispondiEliminaBuona giornata, Federica