Li ho abbandonati sulla porta di casa, lui e i nostri tre figli.
Ho lasciato che la porta dell'ascensore si chiudesse sul centesimo bacio di Tinetto che diceva "l'ultimo, l'ultimo!"; Milo in braccio a mio marito col suo pianto da tremesenne che implorava "ho fame santiddio, datemi sta tetta!".
Josefino che mendicava per la quarantesima volta un'ultima partita al game boy anche se la sua oretta domenicale era già sfumata abbondantemente.
Per la prima volta ho osservato una scena, per me assolutamente normale, dall'esterno.
E ho pensato "che Delirio!".
Mi sono rivista come una semplice ragazzina che doveva provvedere solo a sè stessa e guardava con orrore le famiglie.
Urla, pianti, bavette, puzza di cacca, manine appiccicose, voci che andavano inascoltate in tutte le direzioni, bimbi che correvano intorno come mulinelli colorati, genitori stralunati, ricatti di bambini viziati.
Osservavo, soddisfatta di non farne parte.
Poi la vita cambia e senza renderti conto diventi quel genitore stralunato.
L'amore x i tuoi bimbi dipinge la vita con altri colori.
Eppure é bastato vedere la porta dell'ascensore chiudersi sulla mia famiglia x fare un salto nel tempo e capire che la vita è bella in ogni momento, quindi meglio non giudicare.
Dove sono andata?
Schiacciando ogni senso di colpa sotto gli stivalacci, sono andata a vedere la mostra del mio pittore preferito Giovanni Segantini.
Era l'ultimo giorno e ho pure fatto due ore di coda al freddo ma ne é valsa la pena, perché ho pure stretto la mano della sua bisnipote Diana.
Perché il segreto di una mamma felice é soddisfare anche i propri desideri e un biberon di latte in polvere ogni tanto.